La passione per la discesa nel Blu a caccia di prede,l'istinto primordiale, la voglia di cibarsi di ciò che si cattura...il silenzio...l'armonia...la fluidità...il blu....


mercoledì 11 luglio 2007

Cronaca di un rientro.

Siamo alla fine del mese di aprile 2003 ed è ormai quasi un mese che non entro in acqua, la sfortuna si è accanita contro di me ed a causa di un influenza e di vari acciacchi non sono riuscito a bagnare le pinne.
Comunque oggi il tempo è davvero buono e soprattutto la temperatura è aumentata sensibilmente, tutto ciò mi obbliga a progettare una battuta di pesca per l'indomani che prevederà la prima alzataccia dell'anno: la sveglia suonerà alle ore 5:00!

La radio si accende puntualmente, non mi resta che alzarmi in fretta. L'attrezzatura, come al solito, è pronta per cui dopo una frugale colazione sono già in moto diretto verso un punto al di fuori del parco marino (chissà, forse un giorno mi sveglierò ed anche casa mia si troverà in uno di questi pseudo parchi!); durante il tragitto che mi separa dal punto in cui mi immergero, dopo circa 400 scalini che mi toccherà rifare con la zavorra invernale sulle spalle, ripenso alle notizie raccolte in questi ultimi giorni tra coloro che hanno la mia stessa passione: "non si vede una coda nemmeno a pagarla", comunque ormai siamo in ballo.

Giunto sul posto, dopo una rapida vestizione che stavolta non mi fa soffrire a causa di temperature polari, sono in acqua. La situazione sembra abbastanza buona, come accade in questo periodo l'acqua ha un colore predominante tendente al verde, che generalmente puo portare a delle gradite sorprese. La battuta viene iniziata effettuando degli agguati sulle lingue di roccia che cadono verso fondali profondi, i saraghi, però non collaborano. Dopo una mezz'ora sono giunto presso una zona più profonda, è il caso di cominciare a cimentarsi con gli aspetti: il primo sembra non portare a nulla, ma improvvisamente vedo un luccichio: è una palamita di circa sei chili, ma non c'è niente da fare, risalgo. Al tentativo successivo non noto niente se non un aluzzo intorno al chilo e mezzo di peso, inoltre gli aspetti intorno ai venti metri non sono il mio forte in questo periodo per cui decido di fare un ultimo tentativo. Questa volta vedo in lontananza un branco di ricciole sul chilo ma cosi come le ho viste spariscono nel torbido.

Non c'è niente da dire il pesce c'è, ma come si prende? Visto che non sono capace decido di cambiare zona e mi dirigo verso un posto in cui solitamente si possono incontrare della corvine, si tratta di una zona ricoperta di posidonia, dove con una tecnica a metà tra aspetto e agguato si possono ottenere dei buoni risultati. Riesco con due tentativi a portare a pagliolo due bei corvi rispettivamente di 1,2 e 0,8 kg. Come al solito mi sento appagato, per cui smetto di pescare e rientro al punto di partenza, d'altronde per colpa dei "parchi" mi toccherà farmi parecchie scale prima di poter rientrare a casa.

Nessun commento:

Posta un commento

Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana. Sull'universo ho ancora i miei dubbi Albert Einstein -
Google