La passione per la discesa nel Blu a caccia di prede,l'istinto primordiale, la voglia di cibarsi di ciò che si cattura...il silenzio...l'armonia...la fluidità...il blu....


mercoledì 11 luglio 2007

A pesca a Maratea!

Ebbene si…..sua Maestà si è degnato di frequentare gli stessi lidi che noi, poveri pescasubbi della domenica, sondiamo alla ricerca della cena per gli amici.

Purtroppo, però, questa volta da predatore è divenuto preda, e nelle prossime ore diverrà ospite gradito dei miei commensali.

Dopo questa breve introduzione dettata da un senso di trionfalismo, misto ad un appagamento venatorio che solo “lui” sa dare, veniamo al racconto vero e proprio:

Maratea 04/02/07

…sono in compagnia degli amici del Circolo Mistral di cui da Settembre 2006 mi onoro di far parte, siamo in quel di Maratea un posto incantevole che ho cominciato a frequentare proprio seguendo gli accaniti pescatori del Circolo, devo dire che è soltanto la mia terza volta in Basilicata e non sono mai tornato a mani vuote, la prima pescata si è risolta con una sarago che sfiorava gli otto etti, la seconda con un bel corvo di un chilogrammo esatto e stavolta…….stavolta……si…..ho portato all’asciutto la preda che ognuno di noi sogna quando pensa alla pescasub nel tepore del proprio talamo sotto un caldo piumone: sua Maestà il dentice! Per la cronaca si tratta di un esemplare femmina di kg 4,100 che allieterà la mia, e non solo, prossima cena.

Tutto comincia alle 4 di un’alba domenicale, si avete capito bene, per poter andare a pesca c’è ancora chi come me e gli altri amici che mi hanno accompagnato si sveglia di notte in pieno inverno per raggiungere lidi che ancora non sono stretti nella morsa delle AMP che tanto vanno di moda. L’appuntamento è alle cinque e trenta presso la sede sociale, e così esperiti i saluti di rito, tutti in auto ci aspettano circa tre ore di viaggio per raggiungere le spiagge marateote.

Di cosa parleranno i pescasub durante i trasferimenti? Mah non so….donne….viaggi…..auto…..può darsi, ma sicuramente di catture più o meno reali, più o meno emozionanti e di attrezzature, insomma non ci si annoia e soprattutto non si dorme….sigh!

Arriviamo in loco alle 8, precisi come un orologio svizzero ma con accento napoletano, il panorama è splendido, già questa visione basta a far dimenticare la levataccia, scaricate le attrezzature siamo tutti in spiaggia e cominciamo a vestirci.

Ci sono dei ritardatari e dopo averli attesi per una mezz’oretta decidiamo di partire, e proprio in quel momento fanno il loro arrivo sulla spiaggia chi mancava: si parte!

Qualcuno si dirige a destra, qualcuno a sinistra, ed io, cosa faccio? Sono perplesso, l’acqua purtroppo è torbida ed i canoni della pescasub vogliono che in tali occasioni si prediliga il bassofondo alla ricerca di possibili prede che stanno banchettando nel sottocosta approfittando della scarsa visibilità. Ma siamo in parecchi e pescare in fila indiana non è da me, così opto per il bassofondo che raggiunge una secca al largo, tanto, mi dico, o pesco in poca acqua attaccato alla parete o pesco in poca acqua al largo mi sa che la musica non cambia di molto, anzi dai bordi esterni e profondi della secca potrebbe risalire qualche predone….

Detto fatto comincia la pesca, la tecnica prescelta varia tra planate esplorative a mezz’acqua dove la visibilità permette la vista del fondo ed agguati silenziosi dove la morfologia permette di occultarsi con facilità alla linea laterale dei pesci. Così passa la prima ora, con radi avvistamenti di cernie alessandrine di qualche etto ed un bel sarago che però sarà molto bravo ad eludere il mio tentativo di cattura. Giunto alla secca mi soffermo nei primi canaloni, sono il luogo ideale per portare degli agguati, ma purtroppo i primi due non sortiscono nessun risultato, a meno che non voglia sparare alle mennole…., ma nel terzo noto che la minutaglia ha degli ondeggiamenti e la cosa che attira la mia attenzione è il fatto che ad ondeggiare non sia soltanto il branchetto di castagnole, ma anche dei saraghi fasciati e maggiori, per cui la minaccia non è rappresentata dalle occhiate ma da qualcosa di più grosso. Risalgo. Ho intenzione di ripetere l’agguato nello stesso posto, mi rilasso, ventilo con tranquillità e poi giù di nuovo, la situazione è quella di una apparente calma, continuo tirandomi con la mano sinistra e strusciando tra gli steli di posidonia, nel frattempo mantengo la copertura a sinistra utilizzando la parete più grossa, siamo alla fine del percorso, una leggera curvatura a sinistra e poi sarò completamente scoperto e l’agguato sarà terminato, ma è proprio in quel frangente che noto sulla posidonia davanti all’uscita del canalone tre bei dentici, mi fermo e…..aspetto…..pochi secondi il primo mi sente e fa per avvicinarsi, ma fatti i primi metri si ricorda di essere in poca acqua e lontano probabilmente dal suo areale di caccia, così rallenta e fa per girarsi………non ci riuscirà mai……..


Nessun commento:

Posta un commento

Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana. Sull'universo ho ancora i miei dubbi Albert Einstein -
Google