Purtroppo, però, questa volta da predatore è divenuto preda, e nelle prossime ore diverrà ospite gradito dei miei commensali.
Dopo questa breve introduzione dettata da un senso di trionfalismo, misto ad un appagamento venatorio che solo “lui” sa dare, veniamo al racconto vero e proprio:
Di cosa parleranno i pescasub durante i trasferimenti? Mah non so….donne….viaggi…..auto…..può darsi, ma sicuramente di catture più o meno reali, più o meno emozionanti e di attrezzature, insomma non ci si annoia e soprattutto non si dorme….sigh!
Arriviamo in loco alle 8, precisi come un orologio svizzero ma con accento napoletano, il panorama è splendido, già questa visione basta a far dimenticare la levataccia, scaricate le attrezzature siamo tutti in spiaggia e cominciamo a vestirci.
Ci sono dei ritardatari e dopo averli attesi per una mezz’oretta decidiamo di partire, e proprio in quel momento fanno il loro arrivo sulla spiaggia chi mancava: si parte!
Detto fatto comincia la pesca, la tecnica prescelta varia tra planate esplorative a mezz’acqua dove la visibilità permette la vista del fondo ed agguati silenziosi dove la morfologia permette di occultarsi con facilità alla linea laterale dei pesci. Così passa la prima ora, con radi avvistamenti di cernie alessandrine di qualche etto ed un bel sarago che però sarà molto bravo ad eludere il mio tentativo di cattura. Giunto alla secca mi soffermo nei primi canaloni, sono il luogo ideale per portare degli agguati, ma purtroppo i primi due non sortiscono nessun risultato, a meno che non voglia sparare alle mennole…., ma nel terzo noto che la minutaglia ha degli ondeggiamenti e la cosa che attira la mia attenzione è il fatto che ad ondeggiare non sia soltanto il branchetto di castagnole, ma anche dei saraghi fasciati e maggiori, per cui la minaccia non è rappresentata dalle occhiate ma da qualcosa di più grosso. Risalgo. Ho intenzione di ripetere l’agguato nello stesso posto, mi rilasso, ventilo con tranquillità e poi giù di nuovo, la situazione è quella di una apparente calma, continuo tirandomi con la mano sinistra e strusciando tra gli steli di posidonia, nel frattempo mantengo la copertura a sinistra utilizzando la parete più grossa, siamo alla fine del percorso, una leggera curvatura a sinistra e poi sarò completamente scoperto e l’agguato sarà terminato, ma è proprio in quel frangente che noto sulla posidonia davanti all’uscita del canalone tre bei dentici, mi fermo e…..aspetto…..pochi secondi il primo mi sente e fa per avvicinarsi, ma fatti i primi metri si ricorda di essere in poca acqua e lontano probabilmente dal suo areale di caccia, così rallenta e fa per girarsi………non ci riuscirà mai……..
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