La passione per la discesa nel Blu a caccia di prede,l'istinto primordiale, la voglia di cibarsi di ciò che si cattura...il silenzio...l'armonia...la fluidità...il blu....


mercoledì 11 luglio 2007

Il Razzolo

E’ abitudine comune considerare il livello di preparazione di un pescatore subacqueo in base alle catture più belle ed emozionanti e, in linea di principio, tale atteggiamento è sicuramente corretto.

Bisogna, però, considerare che molto spesso le foto che ritraggono il sub in compagnia di maestose ricciole o corpulenti dentici altro non sono che la punta di un iceberg. In effetti la cattura di grossi esemplari non è, per la maggior parte di noi, una consuetudine, mentre il far ritorno a casa a mani vuote (il famoso “cappotto”) è un evento molto più frequente. E’ proprio per questo che negli ultimi anni ho preso in considerazione una tecnica di pesca che in precedenza ho snobbato ritenendola, con errore, adatta soltanto a chi è ai primi passi: il “razzolo”.

Ciò sicuramente non significa che tale tecnica può soppiantare per soddisfazioni l’aspetto o la pesca in caduta, ma in alcuni periodi dell’anno dà dei frutti notevoli e a volte ci risparmia agli sberleffi degli amici!

Dal nome della tecnica si capisce subito che ci si deve comportare con estrema pazienza e essere pronti a “raccogliere ciò che si incontra sul proprio percorso” , badate bene sempre nel pieno rispetto delle regole. Per quanto mi riguarda l’esperienza mi porta a dire che il razzolo è sicuramente la tecnica da prediligere nel tardo autunno e nella prima parte della primavera, cioè in quei periodi in cui i grossi calibri diventano più rari e riempire un carniere con saraghi e corvine di buon peso è un risultato discreto. Riveste una importanza fondamentale prendere in considerazione tre aspetti: l’attrezzatura, il tipo di fondale e il meteo.

L’attrezzatura: trovo importante scegliere un fucile che ci permetta di adattarci a qualunque evenienza. Io utilizzo un arbalete lungo ottantadue cm. da me ricavato tagliando un vecchio fusto da 110, tale accorgimento permette di avere un ingombro minimo e una gittata adeguata anche ad incontri un pò più pesanti. La zavorra va scelta in funzione della profondità a cui si intende operare, è però importante non eccedere in quanto bisogna cadere verso il fondo ad una velocità non aggressiva e che permetta correzioni all’ultimo momento. E’ bene portare anche una torcia.

Il fondale: personalmente preferisco le franate formate da un solo strato di scogli poiché consentono di individuare le prede al di fuori della roccia e, nel caso queste abbiano intenzione di intanarsi, ci permetteranno di avere qualche chance in più visto che a differenza delle franate multistrato, le tane offrono meno opportunità ai pinnuti di passare da un anfratto all’altro. La profondità non deve essere eccessiva così da poter esplorare durante l’immersione una maggiore porzione di fondale.

Il meteo: per come si svolge l’azione di pesca è bene poter contare su una visibilità discreta che ci permetta di individuare i pesci direttamente dalla superficie o durante le planate esplorative. Un mare leggermente increspato dà l’opportunità di nasconderci alla loro linea laterale.

Per ciò che concerne l’azione di pesca vera e propria non esiste un canovaccio da seguire ma sarà l’esperienza a farci prendere le decisioni più giuste. Generalmente si procede con una lenta ed attenta esplorazione del fondo direttamente dalla superficie accompagnata da lente planate a mezz’acqua che faranno individuare i pesci che sostano appena all’imboccatura della tana e che non sarebbero visibili dall’alto. Una volta individuata la preda ci si può portare sulla sua verticale se notiamo che non si tratta di un pesce nervoso oppure, se così non fosse, possiamo planare nelle vicinanze e portarci a tiro aggirando gli ostacoli che incontreremo. Può capitare che durante la capovolta perdiamo di vista la preda oppure che durante l'esplorazione non avvistiamo niente di interessante, in questo caso procediamo con una esplorazione di tutti gli anfratti armandoci di tanta pazienza.

Da questa breve esposizione si può intuire che il razzolo è una tecnica più completa di quanto si possa immaginare, visto che durante l’azione di pesca ci troveremo ad applicare, a seconda delle esigenze, l’aspetto, la caduta, l’agguato e persino la pesca in tana.


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Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana. Sull'universo ho ancora i miei dubbi Albert Einstein -
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