Non si può dire che la cattura di un dentice sia paragonabile alle emozioni suscitate dal combattimento con una grossa ricciola, ma stavolta riuscire a portare a casa questo pesce è stato veramente difficile. Il punto in cui fare l'appostamento era sempre lo stesso: un masso alla profondità di circa venti metri dal quale si gode una splendida visuale su di un pianoro coperto di posidonie. L'unico problema è che l'acqua è leggermente torbida e che c'é una discreta corrente, altra considerazione è che sia il mio amico Pierpaolo sia io avevamo già fatto qualche tentativo ad inizio battuta senza notare nulla.
Stavolta provo a fare l'aspetto un pò più verso il largo, il posto scelto è la fine del pianoro a -25 metri . La caduta è lenta e silenziosa e mi apposto tra le posidonie, la visibilità non è delle migliori ma quasi subito incomincio a vedere le loro ombre. Si tratta di un gruppo di quattro esemplari tra i quali ve ne è uno molto grosso (non si avvicinerà mai!). Il primo dentice si avvicina ed è quasi a tiro, ma improvvisamente si gira e resta sospeso a guardarmi, la distanza non mi permette di sparare a colpo sicuro e il tempo a disposizione sta finendo. D'un tratto il pesce inizia ad allontanarsi, è il momento di tentare, distendo il braccio e lascio partire il colpo: incredibile riesco a passarlo da parte a parte a fine corsa. La reazione è violenta ed immediata tanto da permettere al dentice di infilarsi in un buco ad oltre 26 metri . Ci vorranno parecchie discese per riuscire a stanarlo, ma la prelibatezza delle sue carni ripagherà di tutti i sacrifici.
Stavolta provo a fare l'aspetto un pò più verso il largo, il posto scelto è la fine del pianoro a -
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