All’acquisto, effettuato nel mese di settembre 2005, la barca si presentava come nella foto di questa pagina, all’apparenza non dava nessun segno grave dovuto all’incuria o alla poca perizia dei carpentieri che negli anni si erano succeduti nella manutenzione del legname.
L’ idea era quella di trasformare la S. Maria da imbarcazione dedita alla piccola pesca dilettantistica a gozzo tipico locale da utilizzare nel piccolo cabotaggio, insomma una barca da sfruttare per passeggiare lungo le meravigliose coste della Penisola Sorrentina con “incursioni” in quel di Capri. Per poter raggiungere l’obiettivo era gioco forza provvedere alla rimozione della piccola e spartana cabina, in modo da dedicare tutta la coperta a mò di “solarium”, e per poter realizzare tale lavoro è stato obbligatorio indirizzarsi presso uno dei Cantieri di Sorrento che tradizionalmente vantano esperienza secolare nella costruzione e manutenzione dei gozzi in legno tipici del nostro territorio. La scelta è ricaduta sul Cantiere di Cataldo Aprea, uno dei pochi che ancora non hanno aperto le porte alla vetroresina e che, a detta di molti, provvedono a realizzare lavori a “regola d’arte”.
Ai primi di gennaio 2006 la S. Maria esce dal Cantiere Aprea diretta ad una zona di rimessaggio dove il suo Equipaggio provvederà alla fase di carteggiamento e verniciatura, nonché a tutti quei piccoli lavoretti per renderla esteticamente più gradevole.
Il lavoro viene organizzato per esser svolto il sabato pomeriggio e la domenica mattina, il tempo libero è, così, sacrificato per poter godere dell’imbarcazione durante i mesi estivi.
La prima attività è rappresentata dal carteggiamento della superficie della S. Maria, ma man mano che si progredisce nel lavoro balza alla mente una idea “malsana”, qualcuno mormora: “e se provassimo ad eliminare tutta la vernice bianca che ricopre la falchetta in mogano per constatare qual è la situazione del legno?”……...già, perché no? E così i primi giorni vengono passati ad applicare lo sverniciatore per eliminare più rapidamente lo strato di bianco e portare alla luce le venature proprie del legno.
Successivamente è la volta della fase di stuccatura, tutte le ferite procurate dal tempo, le piccole lesioni dovute all’incuria vengono curate e l’imbarcazione assume una colorazione a ”macchie di leopardo” caratteristica dovuta al contrasto tra stucco e prima mano di vernice dello scafo.
E così i lavori si protraggono per tutto l’inverno, anche perché il tempo non è, a volte, clemente con l’equipaggio, concedendo loro poche ore esenti da umidità.
Ma alla fine, il risultato ripagherà di tutti gli sforzi ed il varo verrà realizzato all'alba di un giorno primaverile con mare "forza olio".....
Bel lavoro ragazzi, mi sa che ora per salire a bordo del vs gozzo occorrerà calzare le pattine!!!!!
RispondiEliminaComplimenti per l'intero blog, un'ottima idea e molto ben realizzata.
Sargos.
ciao antonio
RispondiEliminasono giuseppe il tuo ex collega :)
ho appena visto i progressi alla tua barca, be' che dire...non mi aspettavo diventasse cosi bella
che dire? buon divertimento, e non lavorare troppo!!!
Ragazzi, grazie dei complimenti, li girerò al S. MAria Crew, ne saranno orgogliosi....
RispondiEliminabuongiorno ragazzi, ho appena letto del vostro "straordinario restauro", vi chiedo cortesemente, se potete inviarmi un numero di telefono per contattarvi. anch'io avrei un progetto simile,....mi serve solo sapere cosa vado incontro a livello economico e di tempo.
RispondiEliminagraziemille,
mauro (cell. 328/918.34.42)
numero inviato....
RispondiEliminaciao ciao